Nasce a Granarolo Faentino, il 5 gennaio 1889 ed è considerato l’inventore del giornalismo d’inchiesta.
Cresce culturalmente e politicamente a Faenza, dove la famiglia si trasferisce nel 1903. Dopo la maturità classica, frequenta l’Istituto superiore di studi sociali Cesare Alfieri di Firenze. Aderente alla Lega democratica, un movimento democratico cristiano operante all’inizio del ‘900, Donati inizia a collaborare a diversi periodici tra i quali L’Unità di Gaetano Salvemini. Cattolico interventista, combatte da volontario durante la Prima guerra mondiale restando ferito al fronte e ricevendo la medaglia d’argento.
Dopo la guerra aderisce al Partito popolare di don Luigi Sturzo e diventa nel 1923 direttore del quotidiano del partito Il popolo. Il suo è un giornalismo apertamente schierato contro il fascismo. Il punto più alto del suo impegno lo mostra nell’accurata inchiesta sul delitto Matteotti che chiama in causa le massime gerarchie del regime. Donati deve abbandonare l’Italia e riparare in Francia. Costretto a lavori di ripiego e praticamente alla fame, viene privato della cittadinanza italiana che gli sarà ridata solo nel 1931. Muore a Parigi il 16 agosto 1931.