Quotidiano politico fondato il 5 aprile 1923 da Giuseppe Donati ed espressione dei cattolici democratici.
Nacque come organo di stampa del Partito Popolare Italiano di Don Luigi Sturzo e si caratterizzò per l'acceso antifascismo, che si acuì con il delitto Matteotti. Inviso al regime - fu definito "giornale pericoloso" nelle informative della polizia a Mussolini - venne sciolto il 19 novembre 1925.
Tra il 23 ottobre 1943 e il maggio 1944 vengono riprese le pubblicazioni con una edizione clandestina, dopo la diffusione, fatta nel luglio-agosto, dell'opuscolo contenente le "Idee ricostruttive della Democrazia cristiana". Autori e collaboratori del giornale, nelle sue 9 uscite clandestine, insieme con Alcide De Gasperi, furono Giulio Andreotti, Guido Gonella, Giovanni Gronchi, Franco Nobili, Mario Pastore, Giovanni Sangiorgi, Mario Scelba ,Giuseppe Spataro.
Il Popolo torna nelle edicole il 6 giugno 1944, con la firma ufficiale del direttore, Guido Gonella e diventa organo ufficiale della Democrazia Cristiana (movimento che era andata raccogliendosi intorno ad Alcide De Gasperi), con edizioni regionali a Milano, Firenze, Napoli.
Nel 1994, sciolta la DC, divenne giornale del nuovo Partito Popolare di Mino Martinazzoli. Nel 1995, con la scissione all'interno del partito fra l'ala di Rocco Buttiglione, che auspicava l'intesa con le forze di destra, e quella di Gerardo Bianco, che invece auspicava l'ingresso nella coalizione di centrosinistra, cui seguirono turbinose vicende giudiziarie, il giornale fu affidato alla seconda.
Ha cessato le pubblicazioni nel 2003, con la nascita del nuovo quotidiano de La Margherita Europa, il quale ne ha assorbito parte della redazione e molti collaboratori.