La crisi del
centrismo di De Gasperi, dopo il 7 giugno
Dopo il
convegno, Marcora, il principale animatore del movimento, sviluppa intensi
contatti con i più combattivi esponenti della sinistra democratico-cristiana,
da Giovanni Galloni a Luigi Granelli, da Gian Aldo Arnaud a Carlo Donat-Cattin,
da Giuseppe Chiarante a Lucio Magri (i due ultimi confluiti, poi, nel PCI), da
Italo Uggeri a dirigenti del movimento giovanile della DC come Franco Boiardi e
Giovanni di Capua. Il quindicinale politico sociale La Base, diretto da Aristide
Marchetti, esce a Milano il 1° novembre 1953. Diventa immediatamente un organo
di collegamento periferico tra le forze più aperte operanti nella DC e gli
ambienti culturali cattolici più sensibili ad un profondo rinnovamento.
L'iniziativa suscita largo interesse all’Università Cattolica, raccoglie il
consenso attivo di molti giovani, tra cui Ciriaco De Mita, Riccardo Misasi,
Gerardo Bianco e si diffonde in tutto il Paese. Sul terreno politico ed
organizzativo si sviluppano ulteriori contatti a Firenze, attorno a
Per circa dieci
mesi
Al congresso
della DC di Napoli del giugno 1954,
Il 5 dicembre
1954, sempre a Milano, superando pressioni politiche e difficoltà economiche,
esce una nuova pubblicazione, Prospettive, come supplemento de
La battaglia di
Prospettive, arricchita da convegni
(specie quello di Mestre sui patti agrari), da una più estesa presenza nel
partito, da un apprezzato dialogo con altre forze laiche e di sinistra, dura
solo nove mesi e finisce, traumaticamente, con la espulsione dalla DC, senza
alcuna istruttoria, del direttore Marchetti. Per altra causa - la
partecipazione a un convegno di Partigiani per la pace - sono espulsi anche
Chiarante e Boiardi. Divampano le proteste. Pur contestando l'illegittimità del
provvedimento, la rivista prende commiato dai lettori, con un numero di
denuncia, per evitare “dolorosi solchi” nella DC. Vanoni, con un intervento per
lui inconsueto, difende in Consiglio Nazionale Marchetti, che sarà poi
riammesso anni dopo ed eletto senatore. La battaglia viene interrotta, non
abbandonata, in una fase in cui riprende fiato, nonostante l'elezione di
Gronchi al Quirinale, l'involuzione politica.
Dopo poco più
di due anni, nell'ottobre del 1957, esce a Milano, per le edizioni
Stato democratico si apre, con vivaci dibattiti, anche a contributi esterni di esponenti
di tendenze culturali e politiche laiche e marxiste, agli ex dossettiani
Glisenti e Malfatti. Favorisce un utile e a volte polemico confronto tra i
cattolici valorizzando, in particolare, le tesi teologiche di mons. Colombo e
di altri sulla possibilità, in certe condizioni, della collaborazione con i
socialisti. Ripropone, con metodicità, il pensiero di Sturzo e della sinistra del
Partito popolare per ribadire il legame ideale della Base con il movimento
politico dei cattolici democratici. Granelli, che entra nella direzione
nazionale della DC nel luglio del 1957, caratterizza il quindicinale sui temi
del dialogo anche ideologico e culturale con la sinistra italiana, del
rinnovamento del partito, di una linea riformista in campo economico,
istituzionale e di politica estera, ponendo in modo sempre più esplicito il
problema dell'apertura al PSI, con la formazione di un governo, per avviare un
corso politico nuovo.
La ferma difesa
dell'autonomia dei cattolici in politica, nella coerenza con i valori
cristiani, e la libertà di scelta dei credenti, contro indebite ingerenze della
gerarchia ecclesiastica, provocano dissensi con il vescovo di Milano card.
Montini, chiariti poi alla vigilia della sua elezione al pontificato, che
influiscono, nel 1958, sul non ingresso di Granelli nel Parlamento. In una lettera aperta a Nenni apparsa su Stato democratico, alla vigilia del congresso del PSI del gennaio
1959, viene ribadita l'esigenza di una intesa di governo di centro-sinistra,
con laici e socialisti, per superare il periodo di incertezze e di sbandamenti
avviato col governo Tambroni. Gli sviluppi successivi, soprattutto per merito
di Moro, porteranno nei primi anni Sessanta alla piena affermazione delle tesi
sostenute dal quindicinale della Base.
Il nuovo corso
di un forte riformismo, che proponeva la trasformazione in Piano dello schema
Vanoni, l'istituzione delle Regioni e l'attuazione della Costituzione, una più
dinamica politica estera per superare la contrapposizione tra i blocchi, trova
in Stato democratico seri
approfondimenti di contenuto anche attraverso supplementi per argomento,
trimestrali, e la pubblicazione di una collana di opuscoli, Idee e
battaglie, a larga divulgazione. I sintomi di uno svuotamento
riformatore del centro-sinistra portano ad abbandonare, nel dicembre del 1962,
la formula del quindicinale: Stato
democratico si trasforma in rivista bimestrale di studi politici. Per
quindici mesi, dall'aprile del 1963 al giugno del 1964, la nuova pubblicazione
ripropone gli obiettivi originari della svolta riformatrice verso il PSI, si
oppone ai pericoli involutivi incombenti sulla nuova formula, sollecita un
confronto di tipo nuovo con il PCI, invitato ad una revisione ideologica e al
mutamento delle sue posizioni internazionali, e si impegna in un bilancio
critico ed amaro di una lunga battaglia di idee risoltasi, per molti aspetti,
in una ripresa di trasformismo politico-parlamentare.
Nel giugno del
1964, con una significativa polemica sulla mancanza di coraggio nel fare luce
sullo scandalo del SIFAR, anche l'ultima serie di Stato democratico cessa le pubblicazioni. Preferisce cadere in
piedi, senza particolari comunicati, nella convinzione che la lunga battaglia
di idee restava nella coscienza di un personale politico che non andava
disperso e che, successivamente, diventerà parte considerevole del gruppo
dirigente della DC nel partito, nelle istituzioni, nel governo. Più tardi, a
partire dal marzo 1972, Granelli, eletto parlamentare nel 1968, dirige in
continuità con l'esperienza de
Si cerca di
avvicinare, nella collaborazione, esponenti di generazioni diverse. Si
affrontano, in dialogo con Moro, problemi nuovi. Nascono le prime intuizioni
per una politica di solidarietà nazionale che includa il PCI, continuano le
sollecitazioni ad un più profondo rinnovamento della DC sollecitato dal
risveglio che si manifesta tra i cattolici con il Concilio Ecumenico Vaticano
II. L'esperienza dura pochi anni ed è resa difficile anche dalle crescenti
responsabilità assunte da molti dei suoi protagonisti. Resta, tuttavia, una
fase importante, anche se non l'ultima, di un processo di formazione di
militanti, di quadri, di gruppi dirigenti, realizzatosi nella DC, in un vivace
contrasto di idee e di lotte politiche, a partire dal 1953 con la nascita di un
movimento come
Luigi Granelli