Continuano i Grandi processi della retorica organizzati da PerLaRe Associazione Per La Retorica insieme a Civita HubTitude, alla LUISS Business School , alla Fondazione De Gasperi, all'Associazione Concreta-mente e alla Regione Lazio.
In questo settimo appuntamento sul banco degli imputati ci sara' l'opinione pubblica e l'eterna lotta fra episteme e doxa. L'opinione pubblica e' il sale della democrazia oppure rappresenta il dominio del populismo?
Le parti sono il dr. Lorenzo Malagola, Segretario Generale della Fondazione De Gasperi - che sosterra' la colpevolezza dell'opinione pubblica - e il prof. Edoardo Novelli, scrittore, docente di Comunicazione Politica all'Universita' Roma Tre - combattera' per sostenere la sua innocenza.
La giuria, come sempre, sarete voi del pubblico: potrete suggerire ai contendenti e decreterete l'innocenza o la colpevolezza del tema. Introduce Andrea Talamonti, coordinatore di Civita Hutitude. Il giudice sara' Andrea Granelli, vice presidente di PerLaRe-Associazione Per La Retorica.
Il processo all'opinione pubblica approfondira' dunque l'eterna contrapposizione tra episteme e doxa, la vera conoscenza e comprensione contrapposta all'opinione diffusa, alla credenza comune. Se, da una parte, e' giusto tendere sempre verso la verita'; dall'altra, bisogna riconoscere che, su molti argomenti, non esistono una verita' assolute, ma ipotesi e opinioni. Settori come la politica, l'economia, ma anche il diritto sono il regno del verosimile, non necessariamente del vero.
I social media, poi, sono diventati il luogo di elezione dell'opinione, tanto da portare il Fohla de S. Paulo, il piu' importante quotidiano brasiliano, ad abbondonare Facebook nel febbraio 2018, a causa del dilagare delle pagine di fake news, premiate dal nuovo algoritmo di Zuckerberg.
Bisogna anche aggiungere che le democrazie si basano sul diritto di tutti di dire la propria. Ma qual e' il momento in cui questa pratica diventa controproducente? Il marketing della parola, tipico della comunicazione politica, puo' avere effetti collaterali gravi? D'altro canto, la pura informazione non esiste e sarebbe appannaggio di pochi eletti. La verita' deve rimanere un obiettivo al quale tendere. Ma nel frattempo?
COME FUNZIONA IL GRANDE PROCESSO RETORICO ?
Le due "parti" dibattono su un tema: una "gioca" per dimostrarne l'innocenza; l'altra la colpevolezza. In tutto, il dialogo dura 30 minuti. A meta', dopo 15 minuti, e' previsto un breve intervallo nel quale le due parti potranno ascoltare i suggerimenti dei componenti del pubblico, che verranno sussurrati all'orecchio. Un giudice sara' tra i due relatori e contribuira' a far andare avanti il dibattito.
I due relatori si esercitano in un gioco retorico, e quindi, nel corso del dibattito, estremizzano le proprie posizioni. Alla fine del dialogo, sara' il pubblico a decretare la colpevolezza o l'innocenza del tema, attraverso un applausometro.
I Grandi Processi della Retorica prendono spunto dalle disputatio della tradizione medioevale. Pietro Cantore, teologo francese del XII secolo, sosteneva: "Nessuna verita' puo' essere veramente capita e predicata con ardore se prima non sia stata masticata dai denti della disputa". Noi dell'Associazione Per La Retorica organizziamo le disputatio 4.0.
Il dibattimento segue uno specifico regolamento molto stringente (cliccare qui per vederlo).
qualche foto che coglie gli attimi salienti di un tipico processo ... e la bellezza del luogo e del clima romano ...