L'autodesignazione dell'ex presidente regionale ha già
vivacizzato la competizione verso la poltrona di sindaco
Morganti: rappresenta la vecchia guardia. Dalla Chiesa: fa bene a
impegnarsi. tra pro e contro il fronte del centro si divide, forse
spunterà un altro candidato. dalle file cattoliche accoglienza
favorevole ma con qualche riserva. Formigoni : una buona scelta.
Granelli : eccessivo distacco dai partiti
Degli anni d'esperienza politica ha mantenuto il fiuto e la rapidità nelle mosse. Giuocando d'anticipo, Piero Bassetti un primo risultato l'ha ottenuto. Il retroterra naturale dell'esponente politico è costretto a venire allo scoperto. Democrazia cristiana e mondo cattolico devono misurarsi con la candidatura dell'attuale presidente della Camera di Commercio. I primi commenti che vengono da casa democristiana sembrano in maggioranza positivi. E non è poco in un mondo dove vige il vecchio detto "Dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io". Consensi di tonalità affettiva differenziata, ma la circostanza è comprensibile, essendo soltanto alle prime battute. "Certamente una buona candidatura", è il parere dell'onorevole Formigoni. Un commento personale, a sottolineare che Mp vuol far sul serio nel distinguere politica e Movimento. Ma non è un mistero che da tempo un po'tutti gli ambienti che gravitano intorno a Cl guardano con simpatia a Bassetti.
Entusiastica addirittura l'accoglienza di alcuni esponenti della sinistra dc, come gli onorevoli Vincenzo Bianchi di Lavagna e Nadir Tedeschi. Viene ripresentata per l'occasione "la seria tradizione di buon governo, di misura, di efficienza, di opere fatte per la gente comune, che ha fatto grande Milano".
Più preoccupato di "un'eccessiva presa di distanza dai partiti" si rivela l'onorevole Luigi Granelli. Il leader della sinistra democristiana riconosce "alla persona tutte le qualità ", ma giudica "preliminare la verifica tra candidato e forze politiche in grado di garantire poi al governo cittadino il sostegno di una maggioranza solida". Come riflessione generale sul nuovo corso introdotto dalla riforma, Granelli ricorda che "la legge svincola il candidato dai partiti, ma non lo mette contro di essi".
Sempre sul fronte dc ci sono da attendere ora le mosse del versante moderato. Non più tardi di una decina di giorni fa, per esempio, Massimo De Carolis giudicava non legittimata ad esprimersi l'attuale gestione commissariale del partito guidata dall'onorevole Bodrato e non manifestava certo interesse per una candidatura quale quella di Bassetti. Quanto al mondo cattolico e più specificatamente all'associazionismo, si registra per ora un atteggiamento di attesa. Che non vuol dire affatto di estraneità . Anzi. Da tempo è noto l'appoggio di cui Bassetti gode in arcivescovado presso coloro che seguono le vicende politiche e sociali della diocesi. La scelta poi di Bassetti di uscire allo scoperto svincolato dallo stemma dello scudocrociato, senza per questo ripudiare la Dc, è mossa tale da piacere a un certo habitus curiale. Anche se, invece, è forse capace di urtare la suscettibilità di alcuni tra gli intellettuali, che nei giorni scorsi invitarono i partiti "a ritrarsi" per "fare spazio alla società civile".
Comunque, Bassetti non potrà adagiarsi sugli allori, accontentandosi dei suoi referenti tradizionali. Eugenio Zucchetti, presidente dell'Azione Cattolica, ha parole d'apprezzamento per Bassetti, anche se precisa che una candidatura autorevole "deve esprimere qualcosa che va al di là delle vecchie aggregazioni e della stessa area cattolico democratica". L'importante è che rappresenti "una società civile, forze sane che hanno la volontà e sentono la responsabilità di costruire la "casa comune".
Marco Garzonio
Corriere della Sera, 17 aprile 1993