GRANELLI A GARDINI: "L'ENI VUOL COMPRARE"

L'industria di Stato si lancia nelle acquisizioni di imprese private: obiettivo la chimica della Montedison. Il ministro delle PP.SS. rivela a ItaliaOggi le strategie.

Le partecipazioni statali vogliono comprare aziende. L’annuncio è del ministro Luigi Granelli, in un’intervista a ItaliaOggi. Granelli annuncia che saranno tentate acquisizioni soprattutto in un settore: la chimica. È un segnale importante, quattro giorni prima l’insediamento di Raul Gardini alla presidenza della Montedison, il colosso chimico privato.

Per ridurre i debiti, la Montedison dovrebbe cedere alcune società. E per le partecipazioni statali, l’ENI può farsi avanti, tentando di espandere la presenza dell’Enichem.

Oltre alla chimica, Granelli indica altre possibili acquisizioni nel settore dei nuovi materiali e “in pura teoria” può essere perfino rilevata dalla Fiat la Telettra (che doveva confluire nella Telit insieme all’Italtel dell’IRI).

Dopo le privatizzazioni degli ultimi anni, il ministro vuole così riqualificare la presenza pubblica.

Primo obiettivo: procedure trasparenti

E non vede nel futuro cessioni a raffica: la Finsider non si libererà dei suoi gioielli; la Cementir può anche essere dirottata all’ENI o all’Italstat; la Condotte per ora non si tocca; le tre banche di interesse nazionale non sono in vendita.

Ministro Granelli, come intende ristrutturare le partecipazioni statali?

“Sto lavorando – risponde – alla definizione di alcuni disegni di legge per riorganizzare il sistema”

Cosa vuole ottenere?

“Occorrono procedure più trasparenti nel rapporto fra governo, enti di gestione e imprese. Il parlamento deve essere in grado di esercitare il potere di controllo”.

A quali novità pensa?     

“Va uniformata l’impostazione degli statuti degli enti. Non è logico che l’ENI debba chiedere l’autorizzazione ministeriale per una privatizzazione e l’IRI no; e che per l’EFIM debba essere interpellato il Tesoro”.

Raggruppare in poli i settori di attività

Ogni cessione va autorizzata?

“Se viene ceduta un’azienda pubblica o una parte, lo Stato deve tutelare l’interesse pubblico”.

Immagina altre disposizioni per privatizzazioni e acquisizioni?

“Il ministero deve avere frequenti informazioni durante i negoziati. È molto difficile intervenire alla fine, quando non c’è tempo per correggere e quando operazioni positive rischiano di fallire”.

Non c’è il rischio di interferire nelle trattative?

“Il ministero non deve interferire indebitamente nei negoziati, ma dettare indirizzi e verificare che non vengano alterati. Enti e manager entrano nel merito e verificano l’applicabilità degli indirizzi”.

Oltre le procedure come cambia l’impresa pubblica?

“Il riassetto della presenza pubblica nell’economia comporta di superare sovrapposizioni, doppioni di attività, inutili concorrenze fra IRI, ENI e EFIM, dal settore aeronautico-spaziale, all’informatica, ai trasporti”.

Come affronterà il problema?

“Mozioni parlamentari suggeriscono di creare poli per settori di attività. Per quanto sia difficile, è essenziale percorrere questa strada. Solo così le privatizzazioni possono essere accompagnate dal rilancio strategico delle partecipazioni statali”.

Il PSI è contrario al polo aeronautico nell’IRI, ipotizzato alla camera …

“I dissensi non sono  mai insuperabili. Si tratta di capirli. Certi settori produttivi non possono essere divisi fra gruppi diversi”.

Alla chimica occorre la presenza pubblica

Oltre al riassetto interno, quali altri obiettivi ha?

“Per raggiungere dimensioni sufficienti in un determinato settore si possono acquisire o cedere imprese pubbliche o private. E va approfondita di più la grande novità delle joint-venture. C’è un largo spazio di cooperazione tra pubblico e privato”.

Quindi alleanze con i privati, ma anche acquisizioni?

“IRI, ENI e EFIM devono dedicare maggiore attenzione alle possibili joint-venture con i privati. Le acquisizioni sono un’affermazione che rischia di rimanere sulla carta”.

In quali settori imprenditoriali deve espandersi la presenza pubblica? Nel farmaceutico, per esempio?

“Darei la prevalenza, nel rilevare società dai privati, ai settori che pesano sulla bilancia dei pagamenti.. penso alla chimica, distinguendola dal farmaceutico. Nella chimica non è possibile rinunciare alla presenza pubblica ed è perciò indispensabile riprendere il dialogo con la Montedison per individuare alleanze”.

L’ENI può quindi comprare imprese chimiche, oltre che proporre joint-venture alla Montedison?

“E’ evidente. L’Eni può rilevare aziende chimiche dalla Montedison”.

In quali altri settori è possibile rilevare società private?

“In un campo tra la siderurgia e la chimica, cioè i nuovi materiali; occorre uno sforzo più qualificato e la presenza pubblica deve puntare a un deciso rilancio”.

Oggi è chiuso il capitolo Telit

Nelle telecomunicazioni è possibile che l’IRI, attraverso la STET, compri la Telettra?

“In pura teoria sì. La STET poteva acquistare la Telettra. È più difficile che la Fiat compri l’Italtel perché governo e parlamento ritengono che lo Stato non debba uscire da un settore strategico come le telecomunicazioni. Ritengo però impraticabile comprare la Telettra e perciò insisto per evitare polemiche”.

Pensa ancora alla Telit?

“No, il capitolo oggi è chiuso. Ma bisogna lasciare aperta la porta alla collaborazione fra settore pubblico e privato, nell’interesse dell’industria delle telecomunicazioni. Per dialogare occorre però essere in due e ognuno deve preferire il chiarimento”.

Da quali campi usciranno le partecipazioni statali?

“Lo Stato deve rimanere nei settori strategici dove occorrono sensibili sforzi di investimento e il privato non ha intenzione né possibilità d’intervento”.

Per la siderurgia accordi coi privati

Il vice presidente della Confindustria, Walter Mandelli, ha proposto di privatizzare in blocco la Finsider …

“E’ difficile trovare privati che prendano in blocco la siderurgia pubblica. Sarebbe inaccettabile privatizzare la parte produttiva redditizia, lasciando allo Stato le attività destinate a uscire dal mercato. Nella siderurgia è invece opportuna la collaborazione con i privati”.

Saranno cedute società minori?

“Sì”.

La Finsider privatizzerà la Cementir?

“Non desidero parlarne, ci sono procedure in corso. Una volta avviate non si sa come possono concludersi. Dico che occorre maggiore attenzione allo stato del settore”.

La Cementir può anche essere dirottata all’Italstat, sempre nell’ambito IRI, o all’ENI?

“Tutte le soluzioni sono aperte. Nell’ambito dei riassetto, è bene che attività funzionai fra loro si raggruppino ed è possibile la cessione ai privati”.

Le tre BIN non si toccano

Secondo voci, la Condotte sarà privatizzata …

“Il caso va visto insieme al rilancio del settore pubblico delle infrastrutture. Escludo l’indebolimento di presenze che hanno valore se coprono un’intera area di intereventi. Dai futuri indirizzi può emergere un parere diverso, ma per ora è questa la mia opinione”.

In parlamento è stato sostenuto che privatizzare Mediobanca è l’anticamera della vendita delle banche di interesse nazionale, Bancoroma, Credito italiano e commerciale …

“Non è questo l’orientamento del governo. Le tre BIN sono garanzia dell’equilibrio pubblico-privato nel nuovo assetto di Mediobanca. Siccome Mediobanca deve restare nell’orbita dell’IRI, sia pure con una più ampia partecipazione privata, è facile trarre le conseguenze”.

A che punto è la privatizzazione di Mediobanca?

“E’ su un binario giusto. Si stanno definendo le procedure per dare trasparenza all’operazione e tutelarsi da scalate”.

Per il 31 dicembre sarà tutto risolto?

“La valutazione del momento per la privatizzazione spetta all’Iri e alle banche. Il governo è impegnato nel mettere a punto gli atti di indirizzo che gi competono”.

Italia Oggi
30 novembre 1987
intervista di Roberto Ippolito