CONFERENZA: "IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE"
appunti preparatori
- ringraziamenti nel solco della memoria; Ossola, Belgirate,
Novara e i molti amici;
- due scuole di pensiero nel dibattito sulla Costituzione:
- confronto tra modelli giuridici astratti;
- stato di diritto e riflessi
storico-politici; l’esempio italiano e gli effetti delle inadempienze
costituzionali;
- i tempi storici, secondo Dossetti nel suo discorso a
Monteveglio: il dopoguerra dopo la catastrofe nazista e fascista; le ideologie
del primo ‘900 e il dialogo tra diversi come valore fondante della democrazia;
Stato di diritto e società come completamento di Risorgimento e Resistenza con
la conquista del senso di una NAZIONE internazionalmente aperta;
- le novità della Costituzione del 1947: sentimento comune
valido per tutti e rigidità rispetto al passato; convivenza politica di tutti
nel pluralismo nonostante la “guerra fredda”; il valore dell’art. 3 (La
Pira-Togliatti) che accompagna l’affermazione di principio con l’impegno a
rimuovere gli ostacoli che impediscono la realizzazione; la parte rigida, quella
precettivo-programmatica e le procedure di revisione con consenso abbastanza
ampio contro colpi di mano;
- l’offensiva per la seconda Repubblica: di fronte alla
crisi dello Stato-apparato, residuo del vecchio centralismo, si accantona la
richiesta di attuazione costituzionale; la destra, per prima, poi Cossiga
chiedono la seconda repubblica; senza modifiche della Costituzione, come in
Francia, è solo destabilizzazione; libertà di movimento, falsa opinione che è
la Costituzione la causa della crisi, per preparare i tempi in cui è il
potere che fa le regole anziché muoversi nel quadro di esse; l’aberrante
tesi che è il “maggioritario” la base di una nuova Costituzione materiale.
- Il dovere della difesa e l’apertura alla revisione:
nessuna sacrale e acritica di un testo - vale l’intuizione di istituzioni da
collegare con la società nella tutela della diversità e del pluralismo
democratico; lo sviluppo della divisione dei poteri classici (Montesquieu)
esecutivo, legislativo e giudiziario verso una pluralità più ampia di
soggetti: associazioni, partiti, stampa, TV, rapporti internazionali, che
sono una garanzia di reciprocità contro gli arbitri unilaterali; di qui ancor
più valido il principio di “sussidiarietà” e lo Stato, decentrato e
articolato, delle autonomie al contrario: il principio che, dopo la nuova legge
elettorale, la maggioranza fa le regole, riscrive a tavolino la Costituzione
(Miglio e Speroni) per elargirla come lo Statuto Albertino al popolo; la
marginalizzazione del Parlamento con deputati e senatori imprigionati, nel
trionfo di una nuova partitocrazia, da vincoli al mandato; la semplificazione
degli schieramenti (di qui o di là); il potere del capo di un movimento, in
cui non si discute, legato con
filo diretto a sondaggi e plebiscito, sono la cosiddetta “Costituzione
materiale” alternative alla Costituzione del 1947; si comprendono gli attacchi
alla funzione di garante del Capo dello Stato, mi si chiede di schierarsi, alla
Corte Costituzionale che limita il ricorso a Referendum che creano un vuoto
legislativo, al Parlamento che toglie la maggioranza ad un Governo nato
in Parlamento, a chi non vuole le
elezioni subito in un clima di scontro per trasformarle in plebiscito che elegge
non il Parlamento di tutti ma le Camere di ratifica della maggioranza.
- la nuova fase costituente: può essere avviata solo se si
ritorna alla Costituzione, rifiutando lo scontro e aprendo la via ad un
confronto costruttivo, con una visione chiara di ciò che va difeso e di ciò
che va riformato nel rispetto ASSOLUTO dell’art. 138. democrazia
parlamentare e non democrazia diretta; principi fondamentali (diritti della
persona; solidarietà; collaborazione economica, pluralismo, giustizia rinuncia
alla guerra e al nazionalismo) intoccabili; decentramento, autonomie anche
radicali senza complessi di inferiorità verso un malinteso federalismo (Rosmini
e Sturzo); difesa del sentimento di nazione e del senso comune di democrazia
pluralista; fedeltà alle procedure, un primato del Parlamento, e modifiche
parziali e non del TUTTO.
- le pseudo-soluzioni: scorciatoie
- l’ambiguità della distinzione tra le due parti
della Costituzione: non sono separabili – l’idea di un PREAMBOLO
all’Assemblea Costituente – l’emendamento di La Pira all’art. 1 (in
nome di Dio il popolo italiano si dà la presente Costituzione) poi
ritirato. Laici e notabili del prefascismo chiedono una soluzione: PREAMBOLO
in cui racchiudere tutte le norme di principio, come altre costituzioni,
e parte pragmatica meno rigida. Moro si oppone e anche la sinistra. “I
principi devono permeare l’intera Costituzione, nella parte rigida come in
quella flessibile, per evitare di ridursi a solenne e impotente affermazione
e a nome di ordinamento facilmente aggirabile a secondo della congettura
politica”
NO ALLA SEPARATEZZA: revisione nello spirito delle norme fondamentali come sancisce
l’art. 3.
Si rinvia e
alla fine non si decide: distinzione permanente descrittiva: principi
fondamentali; prima parte diritti e doveri + titoli; seconda parte ordinamento e
così via.
- l’Assemblea Costituente: norma assai
rischiosa – legge costituzionale che toglie i poteri al Parlamento;
elimina l’art. 138, delegittima la Costituzione del 1947 con un vuoto
politico e giuridico che porterebbe al caos e al prevalere dei poteri forti.
La lusinga della proporzionale: due rappresentanze, conflitti, decisivo il
potere del maggioritario senza vincoli e del Referendum come plebiscito. SOSTANZIALMENTE
ILLEGALE. Primato del Parlamento di Siena: si parla a sproposito di
due costituzioni, di due Repubbliche, si preparano in sede ristretta
costituzioni alternative che cancellano conquiste storiche, e –
soprattutto – si vuole affermare il principio che chi ha la maggioranza fa
la Costituzione:
TOSATO: “il Governo della maggioranza è
rispettabile se i diritti della minoranza sono rispettati”.
CALAMANDREI:
“la funzione della democrazia non è solo quella di tradurre in legge la
volontà della maggioranza, ma è anche quella di proteggere le libertà delle
minoranze”.
- l’attacco all’art. 138: il progetto di
legge del governo! “Nome transitorio in materia di revisione
costituzionale”. Solo per una legislatura? Se le leggi di revisione
costituzionale non sono approvate dai 2/3 (tassativo nel testo 47) ora:
comunque il Referendum apprende concessione. NO – non è più
“oppositivo” ma a conferma della maggioranza + su iniziative del
GOVERNO; poi un MESE, invece di tre, per “capire il voto e riflesso della
gente” Dossetti a Montevaglio. CONFERMATIVO = su proposte in blocco
= senso …. della Corte Costituzionale per l’omogeneità e l’univocità
dei quesiti da sottoporre al giudizio del popolo.
Basile –
quantomeno il controllo del quesito (predisposto di fatto dal Governo) da parte
della Corte Costituzionale o della CASSAZIONE.
REFERENDUM:
Rivolgersi al popolo, per avere un giudizio
EX INFORMATA
CONSCIENTIA, è necessario considerare il popolo come massa indifferenziata,
che applaude e condanna con plebisciti, ma come entità organizzata che
decide discutendo quesiti limitati e diversi.
- Il nostro impegno:
- livello politico: difesa della Costituzione e apertura consapevole
ad una sua revisione con procedure corrette; elogio a Scalfaro per la sua
azione contro denigrazioni e minacce. Primato del Parlamento e non rinuncia
all’articolazione delle forze politiche; De Gasperi a Napoli. Ampia
intesa tra le forze politiche che si riconoscono nelle scelte di fondo nella
Costituzione;
- livello culturale: l’esempio degli Stati Uniti, chiamati in
causa per il Presidenzialismo o per il federalismo, nessuno discute della Corte
fondamentale e le alternative nel suo quadro sono pienamente legittime. Dialogo
e cultura costituzionale. Ravvivare la coscienza del Paese. I comitati
Dossetti.
- Protagonismo attivo dei cattolici democratici, non pensare
al Governo - per il quale è necessaria una intesa programmatica
pre-elettorale e non poli ambigui o l’isolamento al centro - e tornare ad
essere il partito dello Stato democratico di diritto. Non corteggiare le destre
incostituzionali ed essere orgogliosi di Rossetti, Moro, …., Tosato, La
Pira, Fanfani, … di una Costituzione che ci appartiene.
Luigi Granelli
Novara, 27 gennaio 1995