ROCCO, LA TUA È APPROPIAZIONE INDEBITA

Caro Buttiglione,

ho seguito con attenzione il congresso abusivamente presentato come quello del PPI, sino alla mediocre scenografia finale del cambio del nome, e ne ho ricavato un’impressione penosa. Non mi riferisco alle tue scelte politiche, che rispetto, ma al tentativo sconcertante di farle passare come un ritorno alla DC. Non sono stato secondo a nessuno sia nel difendere la DC, anche contro la decisione di Martinazzoli di scioglierla, sia nel chiedere di salvaguardarla da chi l’aveva disonorata, ma considerando tale ricostituzione ormai impossibile.

Anche allora eravamo in dissenso perché tu eri fra i più fanatici nel volere la fine della DC e nell’usare gli avvisi di garanzia per fare posto a una nuova nomenclatura. Non mi stupisce il tuo facile cambiamento di opinione. Ma la pretesa, ora, di ricostruire la DC, sotto la protezione di Berlusconi e Fini, dopo aver distrutto il PPI che ne è il legittimo erede, è scandalosa. L’appropriazione indebita dello Scudo Crociato trova spiegazione, in tutto il suo cinismo, ed è ancora più grave per quello che questo simbolo ha rappresentato nella storia del movimento cattolico.

Non so cosa deciderà al riguardo il Consiglio nazionale del PPI, che non ha ancora approvato l’indecoroso baratto di Cannes e non escludo iniziative inedite per contestare legalmente, con molti amici, l’uso di un simbolo che il Cdu non ha titoli per rivendicare. Ma comunque si concluda la vicenda sento il dovere di respingere subito il tuo tentativo di catturare l’immagine di De Gasperi a copertura di uno sconcertante trasformismo.

Hai certo il diritto di ispirare alla dottrina sociale della Chiesa, che non è un programma di partito, i tuoi “cristiani democratici uniti” e anche di stabilire collegamenti con il movimento politico dei cattolici. Ma non puoi per questo chiamare in causa i valori e la tradizione della DC. Alle origini della Democrazia cristiana c’è, in Italia, Romolo Murri e non la destra conservatrice dell’Opera dei Congressi. Sono stati i fermenti sociali della “Rerum Novarum”, il cattolicesimo liberale di Manzoni, le idee riformatrici di Rosmini e non quelle autoritarie di De Maistre, che tu spesso richiami, ad aprire la via al “popolarismo” sturziano.

Quando Sturzo, nel 1919, fonda il PPI lo fa contro il clerico-moderatismo del Conte Gentiloni (che aveva anticipato il tuo ingresso di oggi nei blocchi elettorali di destra) e in dissenso con lo stesso padre Gemelli che, con ben altre motivazioni, voleva un partito confessionale. E non è a caso che quando Donati, direttore de il “Popolo”, denuncia Mussolini per il delitto Matteotti escono definitivamente dal PPI e formano un gruppo clerico-fascista Cavazioni, Martire, Cantucci e altri.

Né può essere dimenticato che, nel momento della bufera fascista, mentre Sturzo è costretto all’esilio, De Gasperi prende la guida di un partito perseguitato ed è arrestato e condannato nel 1927. Che c’entra tutto questo con il Cdu che nasce come cespuglio in un blocco in cui sono determinati Berlusconi e Fini? Se mai sono i nostalgici dell’”ancien régime”, i reazionari fine Ottocento, i clerico-moderati e quanti abbandonarono Sturzo e De Gasperi per appoggiare il fascismo, i padri della tua politica di cedimento a destra.

Se vuoi dare prova di onestà intellettuale, cerca di non usare la DC. Non coinvolgere nella tua avventura politica la Cdu di Kohl, che è augurabile resti all’altezza dei tempi di Adenauer nel valutare con più attenzione la situazione italiana.

E, soprattutto, non mancare di rispetto a De Gasperi. Le sue scelte, anche nel dopoguerra, furono contro la destra, senza essere per questo subordinate a sinistra. I suoi rapporti con Rossetti, Fanfani, Vanoni e La Pira erano improntati a un costume democratico che fa a pugni con il tuo tentativo di separarlo da essi.

Quando nel 1952 si profilò, anche per la spinta di ambienti cattolici che spesso privilegiavano accordi a destra, un’alleanza fra la DC e il Movimento sociale, per le amministrative di Roma, De Gasperi si oppose con grande determinazione pagando, ingiustamente, anche il prezzo di una dolorosa incomprensione i Pio XII. E nel suo ultimo discorso al congresso di Napoli egli riconfermò un fermo indirizzo di centrosinistra e difese, soprattutto, la Costituzione da attacchi che potevano mettere in forse la legittimità dello stato democratico nato dalla Resistenza.

I “cristiani democratici uniti” stanno facendo l’opposto, persino abbassando la guardia rispetto alla difesa della Costituzione. La DC non può essere rimessa in vita con scelte che sono l’esatto contrario di quanto essa, nella sua storia, ha fatto. Non è detto che chi vuole continuare con il PPI l’impegnativa esperienza di Sturzo e di De Gasperi riesca, ma in questo caso c’è almeno lo sforzo di coerenza con il passato. Anche la Cdu italiana ha il diritto di fare la sua strada ma non è con le falsificazioni storiche e con l’uso truffaldino del nome di De Gasperi che può pensare di avere credibilità e rispetto. Dubito che questo appello sia accolto. Ma non basterà questo rifiuto per avere dalla tua, caro Buttiglione, i molti democratici cristiani onesti che non sono disponibili a una contraffazione della DC.

Luigi Granelli
Il Giorno
1 agosto 1995