MONZA VA RICOSTRUITA. RICOMINCIANO DAL VOTO ALLA NUOVA DC

Questione morale ed elezioni

La crisi dei partiti, che spinge la democrazia italiana verso la disgregazione e in un vicolo cieco privo di reali alternative, colpisce in modo particolare la DC, se non altro per il ruolo di primo piano da essa svolto dal dopoguerra ad oggi. L’esplosione della questione morale, che ha travolto con indagini giudiziarie a catena esponenti anche qui di vari partiti, legati da un intreccio perverso tra politica ed affari, ha aumentato la disaffezione dei cittadini verso le istituzioni ed ha prestato il fianco al dilagare della protesta, del qualunquismo distruttivo, della ingiusta condanna in blocco di tutto e di tutti.

Il rischio è gravissimo. Monza, al pari di altre città, è al centro di questo sommovimento e si trova di fronte ad elezioni convocate, per legge, in tempi rapidi e con gravi difficoltà. Dalle elezioni amministrative del 1988 la DC è passata dal 35,76% al 22,94% delle politiche del 1992. Per molti sondaggi la flessione del consenso è continuata in discesa libera anche dopo in connessione agli scandali che, successivamente, hanno investito la città. In non pochi ambienti si pronosticava solo un paio di mesi fa, certo malevolmente, una caduta dei voti della DC al 12-15%. Sul versante opposto, mentre per gli altri partiti – soprattutto per il PSI – la previsione era di una perdita di consenso più o meno marcato, per la Lega Nord si indicava esplicitamente un forte incremento verso il 40% dei voti.

Per far fronte a questa drammatica situazione il segretario Martinazzoli, sostenuto dal consenso unanime della Direzione, è ricorso alla nomina, statutariamente prevista di un Commissario con il mandato di preparare le elezioni sulla base di un rinnovamento radicale, di azzerare le tessere e di convocare un congresso straordinario ravvicinato per la legittimazione democratica di nuovi organi dirigenti del partito. Il compito non è stato e non è facile. La prima parte dell’impegno sta per giungere alla prova decisiva del voto amministrativo, assecondata sia dalla generosità di amici del partitiche hanno messo a disposizione, anche con rinunce non sempre giustificate, i loro incarichi, sia dalla volontà di scendere in campo di molti e qualificati cattolici democratici, assai critici nel recente passato, entrati con convinzione nella lista di una DC che ha saputo dare persuasivi segnali di rinnovamento.

Qualche recente sondaggio, forse anche al fine di influenzare i risultati per questa via, mette in luce una tendenza più realistica, con la previsione di un minor e pur sempre rilevante incremento elettorale della Lega Nord e una flessione meno marcata dei voti per la DC, ma non bisogna farsi illusioni. Il riscontro sarà severo.

In cinquanta giorni si è giunti, superando con esemplare volontà una litigiosità interna che tanto ha danneggiato il partito, alla presentazione di una lista interamente nuova, di un programma impegnativo che propone forti scelte di rinnovamento per amministrare la città, mentre i candidati hanno sottoscritto un impegnativo ed inedito codice di comportamento morale per la trasparenza delle loro attività e si è aperta una sottoscrizione per la raccolta, nei limiti prescritti dalla legge sul finanziamento dei partiti, dei mezzi necessari alla campagna elettorale. La città ha recepito questa spinta al cambiamento della DC, specie in un mondo cattolico precedentemente molto critico e, ora, in posizione di aperto sostegno o almeno di prudente attesa. C’è ancora molto da fare per meritare, in libertà, il consenso.

Anche se molti ambienti ostili si sono visti privati di dirompenti argomenti polemici, e sono ripiegati sulle accuse infondate verso una lista strumentalmente definita di sconosciuti, è difficile valutare gli effetti reali della svolta realizzata sul possibile recupero di un nuovo consenso alla DC e a compenso dell’eventuale perdita di voti in libera uscita anche di tipo clientelare. Ma il rinnovamento è avviato e bisogna proseguirlo, al di là delle persone, ben oltre la scadenza elettorale del 13-14 dicembre.

L’obiettivo sostanziale che ci siamo posti, sin dall’inizio e senza nascondere in nessun momento le permanenti difficoltà, è quello di arrestare, per la DC di Monza, una frana elettorale senza precedenti storici e di riprendere, con una significativa inversione di tendenza, un cammino coraggioso che potrà dare risultati migliori nel medio e lungo periodo. Perciò la nuova DC deve ricominciare dal voto del 13-14 dicembre, i cui risultati dovranno essere esaminati con serenità e rigore critico per impostare la stessa attività futura, intensificando rapporti durevoli e di dialogo con l’elettorato, gli ambienti sociali più vivaci, la città nel suo insieme e come centro naturale della più vasta area della Brianza, per giungere al massimo di valorizzazione delle autonomie nella necessaria integrazione di Monza nel contesto della Regione Lombardia e dello Stato democratico.

È possibile, se lo si vuole, cancellare gli aspetti inquietanti di un recente passato, rianimare lo spirito di servizio nel campo politico, ritrovare dentro e fuori il partito la forza ideale delle origini e la parte migliore delle tradizioni di una DC riformista, pulita, popolare, che ha scritto pagine importanti, a Monza ed altrove, per la difesa della democrazia e la trasformazione positiva della società e delle istituzioni. Questa svolta è necessaria anche per l’avvenire della città. Monza, lo abbiamo detto più volte, ha bisogno di buongoverno. Sarebbe grave se gli elettori non incoraggiassero, con il voto, un cambiamento della DC che sarà in ogni caso continuato con impegno. La non partecipazione, in apatica attesa di nuove elezioni destinate ad essere sempre più difficili, il qualunquistico rinvio delle scelte, si trasformerebbero in un boomerang con il risultato di accentuare lo sfascio e la non amministrazione.

Abbiamo più volte ripetuto questo appello agli elettori. Imposteremo su questi solidi richiami programmatici e politici, in coerenza con gli irrinunciabili principi della libertà, della solidarietà umana e sociale, della collaborazione democratica, un confronto costruttivo con gli altri partiti, sulla base del consenso ottenuto e senza pregiudiziali preclusioni, per concorrere a testa alta, nell’interesse generale e nel bene comune, al buongoverno della città. Tocca ora ai cittadini, specie se cattolici che credono nel valore della democrazia, votare e far votare a sostegno di una qualificata ripresa. Ogni elettore dispone di un voto ed ha il dovere di usarlo per contribuire a voltare pagina anche a Monza. Tutto è destinato ad aggravarsi in mancanza di questa presa di coscienza e di un ritorno al senso di responsabilità. La DC, dopo aver dimostrato di voler cambiare rotta, può tornare a dare un contributo rilevante rinnovandosi e mettendosi veramente al servizio della città e delle istituzioni della democrazia.

Luigi Granelli
Il Popolo
10 dicembre 1992