È una federazione di gruppi di studenti universitari
cattolici. È stata uno dei capisaldi della formazione degli intellettuali
cattolici italiani del Novecento ed ancora oggi è attiva nella formazione alla
politica ed alla responsabilità civile ed ecclesiale delle coscienze degli
studenti universitari. È nata nel 1896, sull'onda di una nuova enfasi alla partecipazione sociale dei cattolici alla società civile ed alla politica, che culminerà con la fine del "non expedit" di lì a pochi anni. |
Alla fine dell’Ottocento i pochi circoli universitari cattolici esistenti vivevano con difficoltà la propria esperienza negli atenei italiani. Da più parti si avvertiva la necessità di una opposizione tenace al laicismo, all’anticlericalismo imperante e al positivismo che impregnavano la vita delle università e l’orientamento della quasi totalità degli studi accademici.
Già il “circolo di san Sebastiano”, fondato a Roma da Romolo Murri nel 1889, aveva sperimentato un possibile coordinamento delle associazioni cattoliche nelle diverse sedi universitarie con la pubblicazione del periodico La Vita Nova, rivista di cultura universitaria e studi sociali. Fu proprio sulle pagine di tale rivista che venne formulata l’ipotesi di un congresso universitario cattolico, idea accolta dalla gerarchia ecclesiastica con vivi entusiasmi mescolati a profondi malumori. “Ricostruire le scienze e la vita sociale, rifare la città umana, ma dietro le norme della fede ispiratrice e con i vincoli della operosa carità cristiana”: questo doveva essere il cuore del programma della costituenda “Federazione cattolica universitaria”.
Durante il XIV congresso cattolico di Fiesole nel 1896 venne fondata ufficialmente la “Federazione universitaria cattolica italiana”, FUCI, che subito assumeva La Vita Nova a suo organo di stampa e veniva inglobata, non senza difficoltà, alla vecchia e potente organizzazione dei laici cattolici, l’Opera dei Congressi.
Dal 1906 iniziò la pubblicazione della nuova rivista Studium destinata ad interpretare, con sensibilità e coerenza, le correnti intellettuali e culturali del movimento cattolico italiano e ad alimentare per decenni il dibattito in seno alla cultura cattolica.
Ben presto la federazione assunse una posizione di netta autonomia rispetto al resto del movimento cattolico, pur mantenendo una assoluta fedeltà alla Chiesa anche grazie presenza degli assistenti ecclesiastici, il primo dei quali fu Gian Domenico Pini (dal 1907 al 1923).
Con la nomina nel 1925 di Giovanni Battista Montini ad assistente ecclesiastico e di Igino Righetti come presidente, cominciava il periodo più alto e luminoso della storia della Federazione. Furono loro ad indirizzare un infaticabile lavoro di approfondimento teologico e culturale su argomenti filosofici alla luce del pensiero cattolico europeo e del personalismo, artistici, letterari, storici, religiosi e di preparazione professionale, cercando di evitare qualsiasi contaminazione con il fascismo. Furono loro a guidare una FUCI perplessa e disorientata dalla stipula dei Patti Lateranensi del 1929 che soltanto in apparenza e nella propaganda garantivano un clima accogliente e disponibile nei confronti della Chiesa e della religione in Italia. In realtà lo scontro diretto non tardò ad arrivare tra i fucini e gli universitari fascisti e la FUCI fu ben presto presa di mira dalla repressione del regime.