Milano, 11 ott. (Apcom) - Non è sufficiente disporre di un nuovo, magari eccezionale prodotto. Per conquistare i mercati è fondamentale anche essere in grado di spiegarlo al meglio, pena il rischio di veder fallire il proprio progetto. "Comunicare l'innovazione - Perché il successo del nuovo dipende dalla capacità di spiegarlo" (edizioni Il Sole 24 Ore), è un libro che inaugura la collana "Innovazione e competitività" e si propone di guidare i lettori oltre le trappole che possono pararsi sulla strada di chi sceglie di puntare sulle nuove scoperte.
Il volume è promosso dalla Fondazione Cotec, acronimo di "Competitività tecnologica", che vanta come presidente onorario il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi. L'istituto si propone di dare un contributo significativo nell'orientamento delle scelte pubbliche italiane ed europee verso gli interessi e le priorità tecnologiche del mondo industriale.
L'importanza della comunicazione per l'affermazione delle grandi invenzioni - spiega il libro - è dimostrata anche dalle vicende storiche. Strumenti che a noi oggi appaiono come insostituibili nella vita personale e professionale (il telefono, i personal computer, le automobili, la televisione) al momento della loro nascita furono guardati con più di un sospetto. Il volume presenta una divertente selezione di reazioni - anche di personaggi autorevoli - di fronte alla presentazione di alcune di queste nuove invenzioni. Così scopriamo che quando Alexander Graham Bell mostrò per la prima volta un telefono al sindaco di New York, questi disse: "E' un'apparecchiatura assolutamente affascinante, ma cosa me ne faccio?" Bell rispose che il telefono gli avrebbe permesso di contattare tutte le città degli Stati uniti. Il sindaco ne rimase stupito e rispose: "Perché dovrei farlo? Io non conosco altra gente fuori New York".
Imperdibili anche l'uscita degli amministratori Mercedes datata 1903: "Non ci sarà mai più di un milione di automobili al mondo, perché non è possibile riuscire a trovare più di un milione di artigiani da addestrare per fare gli chauffeur". Oppure quella del direttore della 20th Century Fox, Darryl Zanuk, sulla nascente televisione: "La tv non potrà reggere il mercato per più di sei mesi. La gente si stancherà subito di passare le serate a guardare dentro una scatola di legno". Era il 1946, ma sembra che siano passati dei secoli.
Lo scetticismo, dunque, ha colpito anche le invenzioni che sono state destinate poi a conoscere uno straordinario successo. Proprio per questo il libro voluto dalla Fondazione Cotec ribadisce l'idea dell'inscindibilità tra la comunicazione e l'innovazione. E se il terreno dell'accettazione diffusa delle innovazioni diviene meno fertile, è anche responsabilità delle aziende, che difettano nella capacità di comunicare. Una lacuna che "Comunicare l'innovazione" vorrebbe cominciare a sanare.